FederBIM nasce il 17 marzo del 1962, come atto finale di una serie di passaggi legislativi e con l’idea di rappresentare a livello istituzionale centrale le problematiche dei vari Consorzi BIM, ma anche di cercare di riconoscere il cruciale ruolo della montagna per lo sviluppo economico dell’intero paese.

Nel segno dell’unità e della coesione tra territori, FederBIM si pone sin da subito nel panorama istituzionale come espressione operativa di quella unità solidale che lega diversi contesti territoriali del paese, mettendone in luce le strette e inscindibili relazioni in un’ottica co-evolutiva.

Fino al 1954, la complessa materia legata allo sfruttamento delle acque e agli impianti idroelettrici era regolata dalla normativa contenuta nel Testo Unico n. 1775 dell’11 Dicembre 1933. Tale norma, tuttavia, non affrontava in maniera adeguata il tema delle esternalità negative cui doveva essere riconosciuto un equo indennizzo diretto in particolare alle popolazioni e ai territori in cui venivano ad essere realizzati impianti e invasi, modificando per sempre l’ambiente e l’ecosistema locale.

L’inadeguatezza di base delle soluzioni proposte dal Testo Unico convinse definitivamente il legislatore del fatto che, probabilmente, era arrivato il tempo di una nuova normativa che ristorasse le popolazioni di montagna dalle trasformazioni imposte dalla necessità di realizzare le grandi infrastrutture idroelettriche di bacini, impianti e reti di distribuzione idroelettrica, e si occupasse della tutela del territorio che, i comuni entro i quali tali impianti insistono, garantiscono a beneficio dell’intero Paese.

Fu così che, grazie all’iniziativa di un gruppo di senatori la proposta di legge presentata all’inizio dello stesso mese divenne definitivamente legge il 27 dicembre del 1953: la n. 959, detta anche legge sull’economia montana, che permetteva la costituzione di Consorzi BIM tra i comuni montani, enti sovracomunali che si costituivano laddove vi era un utilizzo per la produzione di energia elettrica delle risorse idriche del territorio.

La Legge 959/53 diventerà così il primo punto fermo nella lunga e difficile storia del sovracanone: l’onere versato dai concessionari di derivazioni d’acqua pubblica, che hanno opere di presa all’interno dei BIM stessi. Prima ancora che enti, però, i Consorzi BIM diverranno istituzioni composte da amministratori e uomini illuminati nel considerare “l’unione” la risorsa vincente per la montagna.

Un pensiero sistemico e una strategia aggregativa che porta, alcuni anni dopo, alla costituzione di una vera e propria Federazione di Consorzi: il 17 marzo del 1962, a Bergamo, si costituisce la FederBIM, ovvero la Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano, che raccoglie oltre 2.000 comuni montani diffusi su tutta la penisola. Una storia che continua ancora oggi, nel segno della coesione territoriale e sociale del paese.